Un po' di storia...
La necessità di provvedere a derivare l'acqua per l'irrigazione dal fiume Po fu presa nei primi anni del 1900 da parte del Consorzio del cavo Parmigiana Moglia.
Nel 1921 furono incaricati dallo stesso consorzio gli studi per un progetto di massima di un impianto di derivazione.
E' di pochi anni dopo (1930) l'inaugurazione della presa irrigua del Consorzio della bonifica Parmigiana Moglia-Secchia.
In tale epoca la condizione idraulica del fiume Po consentiva la derivazione per gravità della totale portata di concessione, ammontante a complessivi 60 mc/sec.
L'abbassamento progressivo del letto con conseguente riduzione del livello minimo di magra estiva, già a partire dai primi anni del dopoguerra portò ad una progressiva riduzione dell'efficienza della presa, fino a rendere impossibile la derivazione
per gravità già dall'inizio degli anni '50.
In Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste finanziò in tale circostanza un primo impianto di sollevamento, che consentì di garantire il prelievo irriguo nel corso dei successivi 25 anni.
I suddetti fenomeni di abbassamento progressivo del livello di magra del fiume Po proseguirono in tale periodo in misura ancora più accentuata, fino a rendere il citato impianto di sollevamento inutilizzabile verso la metà degli anni '70.
A seguito di tale situazione il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste finanziò un ulteriore impianto di sollevamento, realizzato in alveo, entrato in funzione nel 1976, munito di 28 elettropompe ad elica di tipo tradizionale, ad asse verticale,
in grado di sollevare le acque fino ad un livello di minima magra del Po a quota 15,50 m s.l.m.
Nel corso dell'estate 1990 si raggiunse il minimo livello liquido consentito per il regolare funzionamento delle suddette pompe.
Fu pertanto eseguito sull'impianto in questione un primo intervento di adeguamento, completato nel 1996, che ha comportato la sostituzione di tutti i gruppi elettropompa con pompe sommergibili e livello minimo di aspirazione a quota 14,00 m.s.l.m.
A partire dalla fine degli anni '80, l'abbassamento dell'alveo ed i successivi cambiamenti climatici posero le basi alla nota crisi idrica del 2003, in cui l'impianto potè funzionare per il solo 50% della portata in concessione, con livelli tali
da mettere in crisi anche il funzionamento delle macchine.
Nasce, quindi, il progetto di sostituzione delle elettropompe, con nuove in grado di garantire il funzionamento sino a quota di Po pari a 13,00 m.s.l.m.